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Letteratura italiana Einaudi
Giordano Bruno - De gli eroici furori
che nobil specie intelligibile s unisce o alle sustanze
seperate, come dicono costoro, o a la divina mente,
come è modo de dir de Platonici. Lascio per ora di
raggionar de l anima o uomo in altro stato e modo di
essere che possa trovarsi o credersi.
cicada Ma che perfezzione o satisfazzione può trovar
l uomo in quella cognizione la quale non è perfetta?
tansillo Non sarà mai perfetta per quanto l altissimo
oggetto possa esser capito, ma per quanto l intelletto
nostro possa capire: basta che in questo et altro stato
gli sia presente la divina bellezza per quanto s estende
l orizonte della vista sua.
cicada Ma de gli uomini non tutti possono giongere a
quello dove può arrivar uno o doi.
tansillo Basta che tutti corrano; assai è ch ognun fac-
cia il suo possibile; perché l eroico ingegno si conten-
ta più tosto di cascar o mancar degnamente e nell alte
imprese, dove mostre la dignità del suo ingegno, che
riuscir a perfezzione in cose men nobili e basse.
cicada Certo che meglio è una degna et eroica morte,
che un indegno e vil trionfo.
tansillo A cotal proposito feci questo sonetto:
Poi che spiegat ho l ali al bel desio,
quanto più sott il piè l aria mi scorgo,
più le veloci penne al vento porgo:
e spreggio il mondo, e vers il ciel m invio.
Né del figliuol di Dedalo il fin rio
fa che giù pieghi, anzi via più risorgo;
ch i cadrò morto a terra ben m accorgo:
ma qual vita pareggia al morir mio?
La voce del mio cor per l aria sento:
«Ove mi porti, temerario? china,
che raro è senza duol tropp ardimento»;
«Non temer (respond io) l alta ruina.
Fendi sicur le nubi, e muor contento:
s il ciel sì illustre morte ne destina».
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cicada Io intendo quel che dice:  basta ch alto mi tol-
si ; ma non quando dice:  e da l ignobil numero mi
sciolsi , s egli non intende d esser uscito fuor de l an-
tro platonico, rimosso dalla condizion della sciocca et
ignobilissima moltitudine; essendo che quei che pro-
fittano in questa contemplazione non possono esser
molti e numerosi.
tansillo Intendi molto bene; oltre, per  l ignobil nu-
mero può intendere il corpo e sensual cognizione
dalla quale bisogna alzarsi e disciòrsi chi vuol unirsi
alla natura di contrario geno.
cicada Dicono gli Platonici due sorte de nodi con gli
quali l anima è legata al corpo. L uno è certo atto vivi-
fico che da l anima come un raggio scende nel corpo;
l altro è certa qualità vitale che da quell atto resulta
nel corpo. Or questo numero nobilissimo movente
ch è l anima, come intendete che sia disciolto da
l ignobil numero ch è il corpo?
tansillo Certo non s intendeva secondo alcun modo
di questi: ma secondo quel modo con cui le potenze
che non son comprese e cattivate nel grembo de la
materia, e qualche volta come sopite et inebriate si
trovano quasi ancora esse occupate nella formazion
della materia e vivificazion del corpo; tal or come ri-
svegliate e ricordate di se stesse riconoscendo il suo
principio e geno, si voltano alle cose superiori, si for-
zano al mondo intelligibile come al natio soggiorno;
quali tal volta da là per la conversione alle cose infe-
riori, si son trabalsate sotto il fato e termini della ge-
nerazione. Questi doi appolsi son figurati nelle due
specie de metamorfosi espresse nel presente articolo
che dice:
Quel dio che scuot il folgore sonoro,
Asterie vedde furtivo aquilone,
Mnemosine pastor, Danae oro,
Alcmena sposo, Antiopa caprone;
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fu di Cadmo a le suore bianco toro,
a Leda cigno, a Dolida dragane:
io per l altezza de l oggetto mio
da suggetto più vil dovegno un dio.
Fu cavallo Saturno,
Nettun delfin, e vitello si tenne
Ibi, e pastor Mercurio dovenne,
un uva Bacco, Apollo un corvo furno:
et io (mercé d amore)
mi cangio in dio da cosa inferiore.
Nella natura è una revoluzione et un circolo per cui,
per l altrui perfezzione e soccorso, le cose superiori
s inchinano all inferiori, e per la propria eccellenza e
felicitade le cose inferiori s inalzano alle superiori.
Però vogliono i Pitagorici e Platonici esser donato a
l anima ch a certi tempi non solo per spontanea vo-
luntà, la qual le rivolta alla comprension de le nature,
ma et anco della necessità d una legge interna scritta e
registrata dal decreto fatale vanno a trovar la propria
sorte giustamente determinata. E dicono che l anime
non tanto per certa determinazione e proprio volere [ Pobierz całość w formacie PDF ]

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