[ Pobierz całość w formacie PDF ]
credo che il signor Ricciotti Çeóla sarebbe stato conten-
to dei loro discorsi, se avesse origliato all uscio; ma in-
tanto l illustrissimo signor Prefetto si assume di parlarne
all illustrissimo signor sindaco. Infatti il giorno dopo, ier
l altro, Prefetto e sindaco si trovano insieme in quella ta-
le casa, si parlano, scherzano, ridono. Voi non lo crede-
rete: ieri Çeóla si presenta in Biblioteca con una lettera
del signor sindaco che lo dispensa dall uniforme. Il no-
stro dottor Záupa non ne sa niente, nessuno della Giun-
ta ne sa niente, Çeóla trionfa di tutto e di tutti, e i calzo-
ni che dovrebbero prestar servizio in Biblioteca, eccoli
qua!»
L oratore, temendo che si sorridesse, temendo che lo
sdegno dell uditorio non riuscisse adeguato al suo desi-
derio e al misfatto del sindaco, balzò in piedi, e gestico-
lando, declamando come un barbiere in tragedia,
esclamò:
«Signori! Questo atto del signor sindaco, non esito a
dirlo, è inqualificabile. Questo atto è un insulto alla
Giunta, un insulto al bibliotecario, un insulto alle tradi-
Letteratura italiana Einaudi 99
Antonio Fogazzaro - Piccolo mondo moderno
zioni dell amministrazione comunale, un insulto ai no-
stri principî, alle nostre opinioni. Pare un piccolo fatto,
signori, ma invece è un fatto grande, come sarebbe un
fatto grande la prima piccola goccia che in questo istan-
te filtrasse dal fiume sotto le fondamenta dell onesta ca-
sa dove siamo raccolti».
Il dottor Záupa alzò di scatto le sopracciglia fino ai
capelli. L altro riprese:
«È necessario che questo atto del sindaco venga revo-
cato! E` per noi questione di dignità, questione di ono-
re. E` necessario che una deliberazione della Giunta
stessa e, se occorre, del Consiglio medesimo, tolga la
concessione inconsulta. E` necessario!»
Quaiotto, avendo concepito il disegno di assistere la
propria eloquenza con un pugno di gran suono sul tavo-
lo, spinse con la sinistra i calzoni da banda e con la de-
stra menò il pugno, mentre i suoi vicini gli gridavano
«Ocio! Ocio!» e un cestellino di porcellana dorata spin-
to da una bomboniera, spinta da un album, spinto dalle
brache del Municipio, capitombolava nell abisso.
«Oh Dio, la mamma! pensò Matío nel cuore mentre
la bocca diceva: «Gnente, gnente, gnente!». E si preci-
pitò col desolato Quaiotto, con i colleghi più agili, a rac-
cogliere gli sparsi cocci dorati. Quattro schiene tumul-
tuavano sotto il tavolo: quella del buon Matío che
ripeteva «gnente, gnente, gnente», quella di Quaiotto
che gemeva «per carità, per carità, per carità!» e altre
due schiene ricche di buone speranze nella risurrezione
artificiale del cestellino. Gli undici personaggi seduti,
intenti, con le mani sulle ginocchia, alle quattro schiene
e ai cocci brillanti, dirigevano il lavoro. «Quaiotto, a
dritta!» «Dotòr, a sinistra!» «Più in qua!» «Più in là»
L uomo acido, dato di gomito all uomo amaro e poi a
un altro vicino, mostrava loro con un sorriso giallo la te-
sta e il seno della donnetta di porcellana che uscivano
dalla tasca posteriore sinistra dell abito di Matío. Inutil-
Letteratura italiana Einaudi 100
Antonio Fogazzaro - Piccolo mondo moderno
mente il donnone ricomparso sulla soglia con una lettera
in mano chiamò tre volte, guardando stupefatta quella
baraonda: «Siòr paron! Siòr paron! Siòr paron!». Matío
non udì che la quarta chiamata. Cosa c era adesso! Una
lettera di gran premura, mandata dal signor sindaco.
Il presidente dell adunanza uscì rosso rosso di sotto il
tavolo, prese la lettera, l aperse, mise una esclamazione,
dedicò un nuovo omaggio mentale alla finezza dello
smilzo abate, chiamò a due mani i colleghi a sè e lesse ad
alta voce:
Egregio signore, Apprendo che i consiglieri della mag-
gioranza si riuniscono quest oggi in casa Sua per trattare
di affari del Comune. Non invitato alla riunione, giudico,
senza sorpresa e senza il menomo rammarico, che la mag-
gioranza desideri troncare i suoi legami con il capo
dell Amministrazione comunale. Risolvo perciò di rasse-
gnare immediatamente le mie dimissioni al R. Prefetto e
ne do comunicazione a Lei, assessore anziano, avvertendo-
la che non rimetterò piede in ufficio. Gradisca, egregio si-
[ Pobierz całość w formacie PDF ]