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Al qual Vegezio quivi s avicina,
Elian, Modesto Iulio, Frontone, 50
e Polieno con marzial dottrina.
L antico e valoroso buon Catone
quivi era nel sembiante pensieroso,
tenendo con Antigono sermone.
E, vago ne suoi atti di riposo, 55
lì d una parte mi parve vedere
quel Tito Livio che fu sì copioso,
guardando que che nnanzi a sé sedere
molti vedea, nell aspetto contento
d avere ei scritto tante istorie vere. 60
Guloso di cotal contentamento
Valerio appresso parea che dicesse:
«Di gran subbietto fei brieve commento».
Ivi con lor mi parve ch io vedesse
Tacito e Orosio stare ed altri assai, 65
de quai pochi eran ch i non conoscesse.
Allora gli occhi alla donna tornai
a cui le sette davanti e dintorno,
istavan tutte in atti lieti e gai.
Letteratura italiana Einaudi 166
Giovanni Boccaccio - Amorosa visione
Dentro del coro delle donne adorno, 70
in mezzo di quel loco ove facieno
li savii antichi felice soggiorno,
rimirando, vid io di gioia pieno
onorar festeggiando un gran poeta,
tanto che l dire alla vista vien meno. 75
Aveali la gran donna mansueta
posta d alloro una corona in testa,
e di ciò ciascun altra parea lieta.
E vedend io così mirabil festa,
per lui raffigurar mi fei vicino, 80
fra me dicendo: «Gran cosa fia questa».
Trattomi così innanzi un pocolino,
non conoscendol, la donna mi disse:
Costui è Dante Alighier fiorentino,
il qual con eccellente stil vi scrisse 85
il sommo ben, le pene e le gran morti:
gloria fu delle Muse mentre visse,
né qui rifiutan d esser sue consorti .
Letteratura italiana Einaudi 167
Giovanni Boccaccio - Amorosa visione
CANTO VI
Al suon di quella voce graziosa
che nominò il maestro dal qual io
tengo ogni ben, se nullo in me sen posa:
Benedetto sia tu, o etterno Iddio,
c hai conceduto ch io possa vedere 5
in onor degno ciò ch io avea in disio ,
incominciai allora; né potere
aveva di partir gli occhi dal loco
dove parea il signor d ogni sapere,
tra me dicendo: «Ah perché l vital foco 10
per Lachesi o per Atropo si stuta
in uom così eccellente o dura poco?
Vivrà la fama tua, e ben saputa,
gloria de Fiorentin, da quali ingrati
fu la tua vita assai mal conosciuta! 15
Molto si posson riputar beati
color che già ti seppero e colei
che n te si cinse, onde siamo avisati».
I l riguardava, e mai non mi sarei
saziato di mirarlo, se non fosse 20
che la donna, la quale i passi miei
là dentro con que duo insieme mosse,
mi disse: Che più miri? forse credi
renderli col mirar le morte posse?
E ci è altro qui a veder che tu non vedi! 25
Tu hai costì veduto, volgi omai
gli occhi a quei del mondan romore eredi;
i quali quando riguardato arai,
di quinci andrenci, ché lo star mi sgrata .
A cui le dissi: Donna, tu non sai 30
neente perché tal mirar m aggrata
costui cui miro; se tu l ben sapessi
non parleresti forse sì turbata
Letteratura italiana Einaudi 168
Giovanni Boccaccio - Amorosa visione
Veramente se tu lo mi dicessi
nol saprei me , rispose quella allora, 35
ma perder tempo è pur mirare ad essi .
Oltre passai, sanza più far dimora,
con gli occhi a riguardar, lasciando stare
quel ch i disio di rivedere ancora,
là dove a colei piacque che voltare 40
io mi dovessi; e vidi in quella parte
cosa ch ancor mirabile mi pare.
O Dio! ché mai Natura con sua arte
forma non diede a sì bella figura,
né Venere, allor quando amò sì Marte, 45
né, quando Adon le piacque, con sua cura
si fé sì bella, quanto infra gran gente
donna parea leggiadra oltre misura.
Tutt altri sovrastava veramente,
di ricche gemme coronata e d oro, 50
nell aspetto magnanima e possente.
Ardita e valorosa tra costoro
sovra triunfal carro si sedea,
ornato tutto di frondi d alloro.
Mirando questa gente n man tenea 55
una lucente spada, con la quale
che l mondo minacciasse mi parea.
Il suo vestire a guisa imperiale
era, e teneva nella man sinestra
un pomo d or di splendor siderale. 60
Vedeasi poi via più che neve alpestra
quattro bianchi destrier, che ciascun forte
in trar l aureo carro arde e s addestra.
Ed entro l altre cose ch ivi scorte
allora furon da me ntorno a questa 65
eccelsa donna, nimica di morte
nel magnanimo petto, fu ch a sesta
un cerchio si moveva alto e ritondo,
da piè passando a lei sovra la testa.
Letteratura italiana Einaudi 169
Giovanni Boccaccio - Amorosa visione
Né credo che sia cosa in tutto l mondo, 70
villa, paese, dimestico o strano,
che non paresse dentro di quel tondo.
Era sovra costei, in aureo piano,
un verso scritto che dicea leggendo:
«Io son la Gloria del popol mondano». 75
Così mirando questa e ben vedendo
ciò che dintorno, di sovra e di sotto
le dimorava e chi lei gia seguendo,
ove stupendo, senz altro far motto,
per lungo spazio inver di lei sospeso 80
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